Ospedale

La Cooperativa Sociale “Le Mani Parlanti” ha avviato nel 1992 un’attività ludico-espressivo-relazionale all’interno del reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera di Parma, con l’obiettivo di offrire ai bambini ricoverati opportunità di espressione e socializzazione.

Questa iniziativa si è evoluta nel 1998 nel progetto “Giocamico”, che coinvolge ora l’intero padiglione pediatrico dell’Azienda Ospedaliero-universitaria di Parma.

Il progetto è realizzato grazie all’impegno di 10 operatori della Coop. Le Mani Parlanti (educatori professionali e psicologi) ed alla collaborazione quotidiana di circa 150 volontari, attivi tutti i giorni dell’anno, sia al mattino che al pomeriggio dell’Associazione Giocamico ODV (www.giocamico.it).

“Giocamico” si propone di offrire ai giovani pazienti attività ludiche, espressive e relazionali che rendano più sopportabile il lungo periodo di degenza ospedaliera. Le finalità del progetto vanno oltre la semplice ricreazione: si mira a stimolare la gratificazione e la gioia, favorire la socializzazione e l’integrazione, offrire continuità con la vita quotidiana precedente al ricovero e proporre attività di gioco con valenza terapeutica.

Il gioco, in particolare quello simbolico e espressivo, svolge un ruolo terapeutico fondamentale. Esso consente ai bambini di esprimere emozioni, affrontare paure e sviluppare strategie di coping, contribuendo così al loro benessere psicologico durante l’esperienza ospedaliera. In questo contesto, il progetto “Giocamico” rappresenta un modello di intervento integrato che unisce competenze educative, psicologiche e terapeutiche per supportare i bambini e le loro famiglie.

Sempre nell’ambito del Progetto Giocamico, oltre all’attività ludica, Le Mani Parlanti, impiega 4 psicologi che offrono un servizio di supporto psicologico all’interno della degenza comune, cardiologia pediatrica, ambulatorio del bambino adottato, neonatologia, terapia intensiva neonatale e terapia intensiva pediatrica.

In sintesi, “Giocamico” rappresenta un esempio significativo di come l’integrazione di attività ludiche e terapeutiche possa migliorare la qualità della vita dei bambini ospedalizzati, offrendo loro strumenti per affrontare le difficoltà legate alla malattia e al ricovero.​